LA STRANA STORIA DELLA TARTARUGA

Si narra nel Gran Libro della vita che molti e molti anni fa la tartaruga non era l’animale che noi conosciamo. Era agile, scattante e soprattutto molto allegra. Tutto questo era dovuto al fatto che non aveva ancora quella solida “armatura” che le fa da casa e da difesa ma che la appesantisce non poco e che le fa sembrare il muso molto triste.

Correva per i boschi e gareggiava in lestezza e velocità con lepri e volpi. Il corpo era tenuto su da una spina dorsale flessuosa e leggera. Niente di meglio per un piccolo animale che vive nei boschi.

Erano i tempi in cui gli animali non avevano formato an­cora un carattere preciso anzi direi proprio che ogni animale per affrontare la vita era in fase di trasformazione.

Il canguro per esempio era un animale molto distratto. Dimenticava gli appuntamenti con gli amici, a volte era tal­mente preso a divertirsi che dimenticava persino di mangiare, e così, salta un pasto oggi, salta un appuntamento domani, la sua struttura ossea si adeguò al carattere che si stava for­mando. Le zampe posteriori dell’animale si trasformarono in possenti leve.

Il carattere della tartaruga era sì allegro ma di tanto in tanto, quando qualcosa non funzionava a dovere, tendeva a rabbuiarsi. Le tartarughe, come tutti sanno, hanno una memoria molto lunga e fu per questo che l’animale ogni qualvolta era vittima di qualcosa di spiacevole tendeva a catalogarlo nella sua testolina. Non si accorgeva la tapina che ad ogni dispiacere che catalogava sul suo corpo veniva a formarsi una piccola ma durissima placca.

E così, uno sgarbo della lepre oggi, una parola di troppo del ghiro domani, la tartaruga finì per trovarsi ricoperta da una vera armatura. Per conseguenza la spina dorsale interna si atrofizzò. Si sentiva adesso più sicura ma avendo perso l’agilità di un tempo non poteva più divertirsi come tutti gli altri animali e diventò molto triste, come la conosciamo oggi.

E’ vero quindi che le armature proteggono la vita, ma è altrettanto vero che limitando i movimenti non permettono di viverla a pieno.

 

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