AMORE-TELEMATICO

oppure:“L’amore non ha confini

 

In un pomeriggio piuttosto uggioso, di quelli che non succedeva mai niente, le impiegate dell'ufficio della Cooperativa Vinicola "Fratelli Sante" tiravano avanti con il bilancio semestrale arrovellandosi tra resoconti e commesse evase in quella prima parte dell’anno.

Non sembrava d'essere oramai giunti alle soglie dell’estate, anzi, si poteva ben affermare che l’estate non voleva proprio arrivare.

Nonostante la fortissima concorrenza francese, la Cooperativa era riuscita a vendere delle buone partite di bianco e Roberto Sante, il più vecchio e brontolone dei fratelli, non poteva certamente avere di che lamentarsi. La vecchia e gloriosa ditta, non solo, era ancora a galla, ma poteva finalmente permettersi il lusso del rinnovo strutturale tanto auspicato.

Certamente non sarebbe stato un rinnovo sulle attrezzature vinicole, e neanche un aumento del personale, ma perlomeno, si sarebbe potuta dare una grossa spinta al settore commerciale, aprendo un ufficio vendite distaccato dalla sede centrale ed in pieno centro, dove si prevedeva anche uno show-room dei prodotti della vinicola. I locali erano già stati trovati proprio sotto i portici che costeggiavano la cattedrale. Una zona quindi centralissima ma soprattutto frequentatissima, i francesi non sarebbero arrivati mai sin lì. Dopo anni di sopravvivenza grazie alle esportazioni verso il mercato americano, la produzione poteva rivolgersi con fiducia a quello interno, certamente il più sacrificato.

L’idea di diversificare il mercato era venuta a Paolo, il più giovane dei Sante, ma era stata, in un primo momento, osteggiata da Roberto che era sicuramente il più restio ad intraprendere nuove strade. La crisi di due anni prima, gli aveva fatto capire che l’iniziativa di Paolo non solo era giusta, ma oramai necessaria per evitare traumi commerciali dovuti a sbalzi di lira e di mercati sempre più intasati dalla concorrenza francese. La vecchia idea del nonno, “Nessuno è profeta in patria... meglio vendere il nostro prodotto all’estero“, aveva funzionato per tanti anni ma oramai non bastava più.

Così Paolo aveva avuto la trovata che, lungi dall’essere l’uovo di Colombo, poteva però farli stare un po’ tranquilli: aprire uno show room in pieno centro con degustazione ed ufficio vendite annesso. Era perlomeno ridicolo che un prodotto così italiano, fatto con tutti i crismi italiani, non fosse, in sostanza, venduto in Italia.

Una nuova linea di bottiglie “griffate”, che richiamavano alla memoria le cantine dei gloriosi vitigni della collina, fu studiata per il mercato italiano, così pure l’etichetta e il tappo.

La show-room era stato arredato con gusto e tutto ricordava le buone cose di una volta, dagli espositori di legno massello ai piccoli tavolini di ferro battuto per la degustazione. “Un gran bel lavoro” come ebbe a riconoscere l’architetto Tonini che ne era stato artefice, assieme alla moglie di Roberto, e con la quale intratteneva pure una relazione conosciuta, come il solito, da tutti, escluso naturalmente l’interessato.

Amico da anni della famiglia Sante, il Tonini era molto apprezzato nella piccola città grazie a parecchie consulenze importanti che aveva dato nella sua oramai ventennale esperienza. Fu proprio il Tonini, al ritorno da un viaggio in Francia, a portare ai Sante la nuova segreteria telefonica. Per motivi ovvi, fu installata proprio tra il vecchio Telex, latore di grosse vendite negli anni passati ma oramai poco usato, ed il più pratico, completo e giovane Fax, rappresentante del "nuovo che avanza”.

La nuova arrivata fece abbastanza presto ad inserirsi nel lavoro, aiutata com’era, dai due capisaldi telematici dell’azienda, prima di tutto, perché era una seria professionista, e secondariamente, perché non disdegnava assolutamente di raccogliere consigli sia dal vecchio Telex sia dal Fax.

Era una che, come si dice in gergo, non se la “tirava”. Questa era la dote che maggiormente apprezzavano i due colleghi di lavoro, anche se Fax non guardava solo quella. Del resto, Mimì (questo era il nome della segreteria),  oltre che gentile e professionale, era molto carina e dotata di un fascino tutto “frranscese”. “Prronto? Buongiorrno! Rrisponde la segrreterria telefonica della ditta Frratelli Sante. Purrtrroppo i nostri uffici sono chiusi, ma se lasciate il vostrro rrecapito telefonico sarremo lieti di metterrsci in contatto con voi al più prresto. Un ultima corrtesia; aspettate il bip prrima di parrlare e grrazie”. Come ci si poteva non invaghire di un siffatto “bocconcino”?

Infatti Fax dopo qualche giorno andò fuori di testa. Automaticamente componeva il numero di Mimì solo per sentirla parlare. Chiaramente aveva dei problemi con le risposte, (la timidezza dei fax, che scrivono molto ma parlano poco, è nota negli ambienti telematici.), ma i disegni che riusciva a mandarle, le fotografie di suggestivi tramonti, le poesie dei poeti più romantici, fecero ben presto breccia nel cuore di Mimì.

Il loro rapporto divenne più stretto, anche grazie ad un vecchio libro di poesie che era stato dimenticato sulla scrivania da un'impiegata non molto zelante e ordinata, e che costrinse la stessa ad avvicinare il Fax alla Segreteria sino quasi a farli toccare.

Il vecchio Telex s'accorse subito di quella scintilla scoccata tra i due collaboratori e ne fu felice. Ebbe un unico rammarico"il non avere quindici anni in meno". La felicità sarebbe stata sicuramente minore. L’allegria che era nata da questo rapporto, aveva reso più vivo e pimpante tutto l’ufficio. Insomma, tutto andava a gonfie vele, sino alla mattina in cui vennero fatti gli spostamenti dovuti per l'apertura del nuovo show-room.

I fratelli Sante discussero non poco sull'opportunità di spostare la segreteria oppure il fax nei nuovi locali. Venne presa la decisione più logica che era quella di spostare Mimì. Così fu.

La solita impiegata asciugò con un panno due piccole gocce d’acqua, che s'erano depositate proprio sotto la segreteria, liquidandole come condensa o come il gesto sbadato di qualcuno e risistemò la scrivania come molto tempo prima.

Dal canto su Mimì fu trasportata in una scatola da scarpe ai nuovi locali, e collocata sopra una stupenda angoliera del 1800. Non poteva più vedere il suo Fax, non poteva più leggere le poesie che lui stampava, le fotografie dei tramonti struggenti. Tentò due volte il suicidio cercando di scivolare dalla angoliera, ma furono tentativi falliti per colpa di un piccolo bordo di legno messo appunto per la protezione dalle cadute accidentali.

Fax cercava ostinatamente di mettersi in contatto con lei, ma riusciva solo a sentirne la voce. Lui poteva rispondere solo mandando delle fotocopie che purtroppo lei non riusciva a ricevere. Anche il vecchio Telex tentò d'aiutarli ma non ci fu niente da fare.

Fu il Paolo Sante ad accorgersi che c’era qualcosa che non andava. A parte le bollette spropositate che arrivavano, sia nella sede centrale sia nello show-room, spesso ascoltava la cassetta di registrazione delle telefonate arrivate nella segreteria e oltre ai messaggi di clienti, si sentivano lunghi e disperati squilli di fax. Interpellò la Telecom che non seppe dare delle risposte esaurienti.

Cercarono di riparare Mimì ma non c’era niente da riparare. Tutto sembrava funzionare benissimo. Tentarono allora con delle apparecchiature molto complicate di decifrare il messaggio sicuramente codificato che usciva dalle modulazioni dello squillo disperato. Fu un lavoro molto laborioso e tecnicamente non facile.

Questo fu il primo risultato raggiunto:

 

QUESTO  AMORE   COSI’  FRAGILE

 

E COSI’  VIOLENTO

 

BELLO COME IL GIORNO

 

QUANDO IL GIORNO E’ BELLO

E   CATTIVO   COME   IL  

 

TEMPO

 

QUANDO IL TEMPO E’   CATTIVO

 

 

Non era certo un gran risultato, ma c’erano, nel messaggio, simboli che si ripetevano. Questi furono esaminati con molta attenzione da due esperti della Squadra Scientifica della questura, convocati perl’occasione, che riuscirono a decodificarli.

 

IL  BELLO  GIORNO  TEMPO  CATTIVO

 

Furono tradotti come:

 

IL         BELLO           GIORNO         TEMPO            CATTIVO.

 

         Dopo questa prima chiarificazione si pensò di tutto; che fosse un messaggio del bollettino meteorologico capitato in codice nella cassetta di registrazione della segreteria, ma l’Aeronautica interpellata rispose che non aveva in quei giorni mandato messaggi di nessun tipo.

Una certa preoccupazione s’impadronì degli esperti quando arrivarono a decifrare la parola

 

VIOLENTO ... VIOLENTO.

 

Venne informato persino il MINISTERO DEGLI INTERNI, il quale si premurò d'attivare tutte le questure della zona e una base militare distaccata del battaglione S.Marco che era lì vicino.

La preoccupazione salì ancora quando fu individuato l’avverbio

 

COSI’..... COSI'

 

COSI’ VIOLENTO? Che cosa doveva succedere di COSI’ VIOLENTO in un GIORNO, presumibilmente BELLO ma con il TEMPO CATTIVO?

Ma le preoccupazioni diventarono ancor più consistenti quando venne decodificata un altra parola doppia

 

QUANDO)......QUANDO

 

Quando cosa? E, dove? E perché? Che cosa doveva scontare quella piccola città di provincia che non aveva mai fatto assolutamente niente? Non c’erano installazioni militari, o ponti strategici. Era zona denuclearizzata ed il reddito medio era tra i più bassi di tutta Italia. Chi voleva fare qualcosa di strano lì e soprattutto quando sarebbe successo?

Intanto Mimì, che era stata privata della cassetta, non accettava più messaggi e la distanza dal suo Fax a questo punto era diventata abissale.

Doveva trovare un modo per dimenticare. Era li, a portata di mano. Non era champagne ma poteva servire allo scopo ugualmente. I fratelli Sante avevano distrutto la sua vita e lei doveva distruggere i fratelli Sante. Non poteva però tracannarsi tutta l'enoteca anche se in un primo momento ci provò. Eccome se ci provò!

Ubriaca, ma con una perfetta e lucida padronanza di se, telefonò in automatico alla più grande ditta di commercializzazione dei prodotti Sante, quella che praticamente copriva l’80% delle vendite negli Stati Uniti e lasciò questo messaggio: ”Non possiamo far fronte per i prossimi sei mesi ai nostri impegni di produzione, leggerete domani sui giornali il perchè."

Fece poi un'altra telefonata al giornale nazionale che uscì il giorno dopo con questa clamorosa notizia: ”Esportavano metanolo negli Stati spacciandolo per vino d’annata”. Aveva ragione il nonno a diffidare dei francesi.

La decodifica del messaggio misterioso, che aveva fatto impazzire gli esperti più qualificati, fu definitivamente svelata da una solerte segretaria cinquantenne. Mentre ritirava le sue scartoffie dall’ufficio oramai smantellato della gloriosa vinicola, recuperò il vecchio libro di poesie di Prevert che era rimasto vicino al fax. Prima di chiuderlo si soffermò sulla pagina aperta e lesse la poesia che recitava:

 

QUESTO AMORE COSI’ FRAGILE

E COSI’ VIOLENTO

BELLO COME IL GIORNO

QUANDO IL GIORNO E’ BELLO

E CATTIVO COME IL TEMPO

QUANDO IL TEMPO E’ CATTIVO......

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